top of page

AWA DIA  

C'è differenza tra Italia e Francia in termini di colonizzazione?

Sig. GAUTHERET

Sì c'è molta differenza, prima di tutto la storia coloniale d'Italia è molto breve, dura una generazione. Mentre la Francia ha 300 anni di storia coloniale. E quando si tratta di colonizzazione, la durata è molto importante. Il periodo coloniale dell'Italia è durato 30 anni e si è sovrapposto al fascismo, vale a dire che anche se la colonizzazione è iniziata prima del fascismo, si è fermata comunque con la caduta del fascismo e per loro Gli italiani, in un certo senso, la loro memoria coloniale si sovrappone sulla memoria del fascismo quando in realtà non sono gli stessi fenomeni. Per di più, penso molto profondamente che nella società italiana sia difficile  essere consapevoli del razzismo  perché gli italiani ce l'hanno  sono stati essi stessi vittime del razzismo in Europa, sono stati entrambi vittime del razzismo e dei razzisti inoltre anche nella società italiana ci sono pregiudizi razzisti: c'è il nord che ha pregiudizi razzisti verso il sud del Paese. In Francia non abbiamo questo fenomeno.

AWA DIA

Qual è il mito degli italiani "Brava gente"?

Sig. GAUTHERET

Quando vai in Etiopia e confronti il modo in cui gli italiani si sono stabiliti in Etiopia con il modo in cui gli inglesi hanno potuto stabilirsi in Sudan, gli italiani credono e dicono di essere meno razzisti degli inglesi perché? perché non si isolavano, vivevano tra la gente, c'erano molti sindacati misti e poi erano meno meschini degli inglesi perché in un certo senso erano meno schiaccianti nel mondo approccio coloniale. La seconda cosa è che l'Italia aveva bisogno di raccontare la sua storia e di ribadire che era certamente un fascista, ma non meschino. Questo racconto degli italiani brava gente esiste anche in Francia, quando si parla dell'occupazione tedesca della Francia tra il 1940 e il 1944 e dell'occupazione italiana del sud della Francia della regione di Nizza, l'idea era che gli italiani fossero molto più gentili e loro non erano come i tedeschi.

AWA DIA

 

È quello?   questa idea è ancora attuale?

Sig. GAUTHERET

Penso che sia qualcosa che continua. Ad esempio Berlusconi è una delle persone che ha usato molto questa idea, ha usato più volte l'idea che Mussolini non fosse cattivo e che il totalitarismo fascista fosse un totalitarismo molto morbido e che Mussolini il suo unico errore fosse allearsi con Hitler. Gli italiani usano spesso queste strategie di giustificazione che sono molto efficaci ma il problema nella e nella storia non si cerca di sapere chi è il buono e chi è il cattivo.

AWA DIA

Si potrebbe allora dire che la Francia è in qualche modo "migliore" dell'Italia in termini di memoria coloniale?

Sig. GAUTHERET

Assolutamente no. La storia coloniale francese è molto complicata, ma è anche la società francese ad essere fatta così. Ci sono tante famiglie in Francia che hanno un legame con le colonie, siano esse i discendenti dei colonizzati giunti in Francia ma anche persone che hanno vissuto nelle colonie. non si tratta di dare punti buoni o punti cattivi ma si tratta di capire come oggi viene digerita questa storia.

In Francia questo è un processo più consapevole. In Italia è molto inconscio. Quello che mi colpisce in Italia è che nelle università italiane le domande sulla colonizzazione sono esattamente le stesse in tutte le università occidentali, però nella società c'è un'altra storia perché  in fondo riguarda meno persone, vale a dire che l'immigrazione in Francia molto spesso ha un legame con la storia coloniale, d'altra parte, in Italia, le popolazioni migranti spesso non hanno alcun legame con la storia  dall'Italia ad esempio in Italia c'è una comunità molto numerosa di senegalesi a Brescia ma gli italiani non hanno alcun legame con il Senegal. In Francia c'è ancora la Francofonia, centinaia di migliaia di persone che parlano francese fuori dalla Francia e comunque questo ricordo è legato alla colonizzazione fatta eccezione per il Canada, il Belgio e la Svizzera.

AWA DIA

Quindi c'è un legame tra questa memoria coloniale e il razzismo?

 

Signor GAUTHERET

Quindi, c'è una cosa per me molto importante, la società italiana è molto strutturata dal razzismo nord-sud. La Francia ha una storia di emigrazione da più di 200 anni, il che significa che c'è un'abitudine molto forte, anche tra i più razzisti. A Roma, per esempio, non vedo neri in giacca, quando incontri un africano per strada sono spesso venditori ambulanti a Parigi, invece in metro ci sono africani che sono in costume, che vanno a lavorare. A Brescia, per racconto, abbiamo cominciato a vedere medici marocchini e senegalesi perché sono della seconda generazione. C'è anche questo problema abissale della naturalizzazione in Italia, di come si ottiene la cittadinanza italiana. Faccio un esempio molto semplice: il calcio, nella squadra di calcio francese ci sono molti africani nati in Francia e penso proprio che dicano di essere francesi, perché secondo me quando sei nato in Francia sei francese . Nella squadra italiana che ha vinto l'Europeo, invece, ci sono due o tre giocatori che in realtà non hanno mai vissuto in Italia ma si tratta di persone che hanno il nonno italiano in Brasile ma che nella selezione della nazionale sono considerati italiani. Per me queste persone non sono italiane

Dove sei nato?

 

AWA DIA

 

A Treviso

Ad esempio a Treviso c'è molto razzismo ma un razzismo anche nei confronti dei siciliani. Non è un razzismo verso il colore della pelle ma è anche un razzismo che nasce dal complesso di superiorità rispetto al Sud Italia, hanno anche un complesso di inferiorità rispetto ai veneziani che stanno a fianco. Ma quello che mi colpisce in Italia è che c'è sempre un disprezzo del Nord per il Sud. Ad esempio nella Svizzera italiana c'è un campionato della Svizzera settentrionale che è razzista contro i milanesi, è come una piramide. Ricordo che una volta ero a Bergamo subito dopo il parto e stavo facendo un argomento sulla squadra di calcio di Bergamo, sono andato in un ristorante gestito da una signora di 70 anni ad un certo punto stavo chiacchierando con lei e le ho chiesto se fosse di Bergamo, mi ha detto di no io non sono bergamasco sono nata a Bergamo ma vengo dalla Puglia. È veramente una concezione di appartenenza che è radicata nel sangue. In Francia siamo pieni di colpe ma non abbiamo questa mentalità.

JEROME GAUTHERET

Storico di formazione, corrispondente per Le Monde a Roma dopo aver lavorato per 5 anni come vice presidente del servizio estero di Le Monde. Specializzato in questioni geopolitiche ed europee.

ORwLjepU_400x400.jpg

© 2021 di MEMORIA COLONIALE DI FRANCIA E ITALIA. Crea con Wix.com

bottom of page