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  • Qual'é il suo legame con l'Africa?

SIGNOR FABIO

Mio nonno e suo Fratello avviarono un import-export Roma-Asmara. Mio nonno era principalmente a Roma (è stato ad Asmara circa 10 anni dal 1920 al 1930) mentre il fratello è rimasto li e ha spostato una locale. Ho quindi cugini italo-eritrei che sento regolarmente.

  • Cosa ne pensa dell’impresa coloniale dell’Italia? E quale é secondo lei la differenza con gli altri imperi coloniali europei?

SIGNOR FABIO

L'Italia ha creato il suo impero coloniale, più che per necessità, perchè "gli altri" lo facevano. Le potenze europee erano ragionevolmente "in pace" in Europa dal 1818 (post napoleone) fino al 1913. Quindi si sfogavano fuori dall'Europa e la corsa alle colonie (principalmente in africa o in estremo Oriente) era una maniera. Visto che la Francia aveva il suo impero coloniale, la Gran Bretagna pure e nella partita ci stava anche la Germania e pure il Belgio iniziò a "muoversi", con le possibilità che aveva. Quindi muoversi nel corno d'africa lasciato quasi "sguarnito" e muoversi vicino (quindi nel mediterraneo, nel nord africa) la Tunisia per poco non diventava una colonia Italiana (la conquista della Tunisia da parte della Francia rovinò molto i rapporti tra Francia e Italia), quindi con l'Egitto agli inglesi e la Tunisia/Algeria alla Francia, l'unico posto dove poter andare era la Libia. Arrivò anche "tardi" rispetto agli altri, Eritrea e Somalia nel 1880, la Libia nel 1911, l'Etiopia nel 1935. Quindi la sua avventura coloniale, più che per necessità, era fatta per tenere il passo con gli altri , per la serie "se pure il Belgio ha il Congo belga, io non posso avere qualcosa?". Arrivare "ultimi" ovviamente si paga con territori che non sono i più belli del mondo, quindi anche qui c'è una differenza con gli altri imperi, di fatto nessuna colonia italiana era ricca di materie prime quindi non potevi andare li e sfruttare tutto dando ai locali 2 soldi quando andava bene. Tutte le colonie italiane erano colonie dove dovevi costruire per ottenere qualcosa, quindi di fatto costruendo qualcosa per gli Italiani che arrivavano li, costruivi qualcosa pure per i locali.

  • Ha mai sentito parlare del mito degli italiani Brava gente? Se sì, cosa ne pensa?

SIGNOR FABIO

Qui si collega alla risposta sopra, essendo colonie senza materie prime  (il petrolio in Libia è stato scoperto nel 1960, circa, quindi dopo l'abbandono della colonia) e sì l'Etiopia aveva risorse, ma avendola conquistata nel 1935 e persa di fatto nel 1942, l'Italia non ne ha sfruttata nessuna. Somalia e Eritrea non sono famose per avere risorse naturali, quindi dovevi per forza costruire. Presumo che il mito di "italiani brava gente" derivi pure dal fatto che bisognava per forza costruire cose per ottenere un guadagno da quelle colonie e quindi coinvolgevi quasi da pari le popolazioni locali. Il trattamento era abbastanza paritario tra i locali ed i coloni. Ci sono casi particolari  nella prima battaglia contro gli etiopi, quella persa nel 1891 mi pare, gli etiopi quando catturavano i soldati eritrei che combattevano per gli italiani, gli tagliavano la mano destra e il piede sinistro. L'Italia riconobbe una pensione di invalidità a tutti gli eritrei mutilati dagli etiopi che combatterono per loro. Certo di contro, quando l'Italia ha dovuto conquistare l'Etiopia utilizzò  dei gas e l'iprite (che la potevi fa pure senza eh). Però di barbarie fatte sui locali non ne conosco molte (e quanto meno non abbiamo fatto come i belgi che tagliavano le mani alle persone in Congo belga se non portavano il carico di caucciu).

  • Secondo lei il razzismo presente in Italia é legato al fallimento dell’impresa coloniale dell’Italia?

SIGNOR FABIO

No, l'Italia inizio tardi il suo impero coloniale ( 1880) e all'inizio solo in Eritrea e Somalia (quindi colonie "piccole") già con la Libia nel 1911 era più o meno grande (per quanto l'unica parte "buona" della Libia era quella costiera) e lo perse nel 1945 (a parte la Somalia nel 1960) quindi l'Italia "moderna" , nata dopo la seconda guerra mondiale non sa o sa pochissimo di aver avuto un'impero coloniale. Quindi i fenomeni razzisti italiani non sono da legare al periodo coloniale (troppo breve). Senza contare poi che le prime etnie africane residenti in Italia sono Marocco, Egitto, Nigeria, Senegal e Ghana, quindi tutta gente dell'ex impero francese o inglese. Ti dico solo che ad oggi residenti in Italia ci sono circa 400000 cittadini marocchini, i primi delle ex colonie italiane sono gli eritrei con 10000. In Italia non vi è stata una forte migrazione di gente dalle sue ex colonie (come per la Francia), per il semplice fatto che erano di meno e meno popolose. Sono pochi quindi quelli che possono dire "però ti ricordi che dal 1880 al 1945 io sono stato un tuo cittadino". Quasi tutti i coloni italiani sono stati espulsi poi per varie vicende (Gheddaffi in Libia, dalla Somalia) ormai l'unica comunità ancora rimasta sono di fatto gli Italo-Eritrei di Asmara.

  • Cosa bisognerebbe fare per rilanciare un buon rapporto tra l’Italia e le sue ex colonie?

SIGNOR FABIO

Non saprei, in qualche maniera essendo stati sconfitti, le nostre "colonie" ci sono state portate via prima (1945 e non nel 1960 circa come le colonie francesi o inglesi) l'Italia moderna in qualche maniera si è "disinteressata" o insomma non ci sono stati i forti legami che sia la Francia che la gran Bretagna hanno mantenuto pure dopo la decolonizzazione. Penso che l'Italia non abbia necessità di riallacciare un rapporto perchè di fatto ormai le sue ex colonie sono nazioni che hanno poco di eredità italiana, sono cresciute come nazioni indipendenti, quindi se l'Italia vuole avere rapporti con la Libia, Somalia o Etiopia lo deve fare da pari a pari, non tra nazione colonizzatrice ed ex colonia. Alla stessa maniera se l'Italia non ha interesse non dovrebbe "rompere le scatole" alla politica interna di queste nazioni. Un caso un pò diverso è forse l'Eritrea, dove ancora permane l'unica comunità forte di Italo eritrei di Asmara e l'elite eritrea (anche non di origini italiani) viene ancora formata nella scuola Italiana di Asmara. Forse con l'eritrea potrebbe incrementare i rapporti, spingendo su uno sviluppo industriale o turistico della zona, supportando scambi culturali senza però poi imporre niente, sempre da pari a pari, se poi gli eritrei vorranno parlare anche italiano insieme al tigrino, lo faranno autonomamente. Certo questo vuol dire che l'Italia dei soldi per mantenere attiva la scuola italiana di Asmara deve spenderli.

FABIO DAL BIANCO

Membro del gruppo Facebook " Asmara di noi Italiani che ci siamo nati e che ci abbiamo vissuto"

uomo sorridente

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